Gite turistiche

DA VISITARE

 

Arrivando a Casabona, anche lo sguardo del visitatore più distratto, è colpito dalle “Sciolle”, caratteristiche formazioni d’argilla, mescolate con sabbia e arenaria, collinette poste ad oriente dell’attuale paese, che restano a testimonianza dell’antico borgo, abbandonato a seguito di una serie di terremoti, frane e alluvioni.

Un altro scorcio suggestivo e originale è offerto dalla “Vallecupa”: un pendìo della collina, non coperto da vegetazione alcuna, è caratterizzato da una successione di grotte scavate nel tufo, utilizzate, una volta, come porcilaie e oggi, in parte chiuse, sono adoperate come magazzini ; il pendìo opposto, lungo il quale corre un sentiero che porta alla “Fonte”, è caratterizzato da una fitta vegetazione di pini che contrasta con la nuda roccia sottostante.

Proseguendo questo itinerario naturalistico, si arriva a “Montagnapiana”, luogo il cui terreno e il cui clima consentono una ricca vegetazione, tant‘è che l’illustre medico Giuseppe Tallarico, proprio qui, intorno alla sua villa, sperimentò alberature anche rare nel suo orto botanico. Il culmine di “Montagnapiana”, il cosidetto “Timpone”, domina un vastissimo panorama, da dove lo sguardo rapito può scendere fino al Santuario della Madonna di Capocolonna, situato sull’omonimo promontorio, e può salire fino alle alture della Sila. Immerso in questo scenario naturale sorge il Santuario in onore di San Francesco di Paola, la cui costruzione fu completata nel 1895, con il generoso contributo dei casabonesi, residenti e emigrati. All’interno della Chiesa vi sono due sculture lignee, di un certo pregio artistico, rappresentanti l’Ecce Homo e la Madonna del Carmine, che risalgono, più o meno, allo stesso periodo della costruzione del Santuario.

Il Santuario della Madonna dell’Assunta, detto anche “’I ra Madonna i l’acqua ducia”, - per la presenza di una fonte di acqua particolarmente morbida al palato - è situato in una valle, ai piedi di una montagna scoscesa. La struttura è quella tipica di una chiesetta di campagna, costruita intorno al XV secolo, diroccata in seguito al terremoto che colpì l’intero Marchesato nel 1832, fu ricostruita nel 1859. Unica opera di rilievo un dipinto, rappresentante la Madonna dell’Assunta, risalente al XVII secolo. Nei pressi del Santuario esiste una sorgente di acque sulfuree, cui si fa ricorso per la cura di problemi cutanei.

“Il paese per antica consuetudine è idealmente diviso in due parti: pinnino -zona bassa - e capadirti -zona alta-. Al loro interno, come tanti tasselli dello stesso mosaico, i rioni “rughe” Cruci, Vommicata, Colla, Vasapedi, Timpa, Timpareddru, Scogghju, Coniceddra, Gabbina, Casivonu vecchju, Sbirriolu: tutti, più o meno, con un significato o una storia da cui hanno preso nome.”

Il cuore è costituito dai resti del Convento dell’Annunziata, di cui si ha traccia e conoscenza negli scritti dei nostri concittadini, in alcune foto conservate nell’Archivio comunale, oltre che nei resti del c.d. “sumportu” e del portale d’ingresso. In seguito a studi effettuati dalla locale Scuola Media è emerso un motivo decorativo scolpito nella pietra che ricorda una serie di stelle.

 

 

 I MONUMENTI

 

CHIESA MADRE
Costruita in onore di S.Nicola, patrono del paese, intorno al XV secolo aveva un campanile alto 17 metri che crollò a causa di un terremoto e fu ricostruito solo nel 1950, grazie anche alle generose offerte degli emigranti d’America.

La chiesa presenta una torre campanaria a pianta quadrata è posta sull'edificio e si erge su due piani. La chiesa ha un ampio portale ad arco a cui si accede attraverso una scalinata. Con il restauro più recente è stata aggiunta, nella parte interna, una seconda porta a vetri decorata con un sole dagli ampi raggi. La pianta è a un'unica navata. Sull'altare maggiore, in una nicchia, è posta la statua della Madonna delle Grazie con il Bambino (un monoblocco del 1573 con le corone in argento). Alla sinistra un crocifisso ligneo risalente al 1600, sul lato destro il pulpito. Fra i beni artistici che la chiesa annovera sono da menzionare le statue di San Nicola (in stile barocco), della Madonna del Rosario, del Sacro Cuore, di San Francesco d'Assisi, di Santa Lucia e di Sant'Antonio. All'interno la cappella del SS Sacramento, un tempo denominato "cappellone" perché molto grande. Ospita un mosaico del Cristo risorto, un quadro della Natività e una vetrata ad arco raffigurante la Madonna dell'Assunta. Sull'altare della cappella un dipinto su vetro della Manifestazione di Dio a Mosè con il roveto ardente. Nella piazza principale del paese. Eretta nel 1716 è stata ultimata a più riprese.
Stato di conservazione Buono
Secolo XVIII

 

 

CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Si trova in località Zinga. Risale all’ 800 ed è stata ristrutturata seguendo uno stile moderno. Davanti al portale c’è un ballatoio in mattoni al quale si accede per mezzo di una scalinata. L’interno è ad una sola navata e vi sono le statue di San Giovanni Battista di San Giuseppe e dell’Imacolata.

 

Cappella Madonna addolorata
Al portale si accede tramite una doppia scalinata. Sull'altare la statua lignea a mezzo busto della Madonna dell'Addolorata in stile spagnolo. Il capo della Madonna è arricchito da una corona d'argento. Un tempo aveva anche le sette spade del dolore conficcate nel petto. Queste, però, sono andate perdute perché ritenute erroneamente di scarso valore. All'interno anche la statua del Cristo morto.
Stato di conservazione Buono

 

 

Cappella delle Grazie

Chiesetta in contrada Acquadolce la cui edificazione si fa risalire a epoca quattrocentesca. Ha subìto molti restauri. All'interno è conservato un quadro raffigurante la Madonna delle Grazie col Bambino.La sua edificazione risale all'epoca quattrocentesca
Stato di conservazione Buono

 

 

Cappella Madonna delle Lacrime
Di recentissima costruzione, conserva un piccolo quadro raffigurante la Madonna delle Lacrime davanti al quale i fedeli recitano quotidianamente il rosario. Il 25 marzo, giorno dell'Annunciazione, il parroco vi recita una messa.
Stato di conservazione Buono

 

 

Chiesa dell’Immacolata

Si trova in località Zinga. La chiesa presenta un' ampio portale ligneo si accede tramite una scalinata in pietra. Nella facciata una piccola finestra ad arco. Ha ai due lati nicchie ricavate nella parete che un tempo, probabilmente, ospitavano delle icone. La chiesa ha una pianta trapezoidale. All'interno c'è la statua dell'Immacolata. Risale a epoca quattrocentesca.
Stato di conservazione Buono
Secolo XV

 

 

Chiesa Madonna dell’Assunta
La chiesa presenta sulla destra la torre campanaria che si sviluppa su due piani. L'altare è sormontato dalla statua della Madonna dell'Assunta con ai piedi quattro angioletti. A qualche centinaio di metri, sulla strada, si trova l'icona di Santa Assunta. Posta sulla parte più alta del centro abitato annuncia la vicinanza del santuario. Eretta in epoca settecentesca, presenta una struttura in calce e pietra. La nicchia, che custodisce la statuina della Madonna dell'Assunta, è riparata da una piccola porta a vetro. In località Acquadolce è al centro di un parco naturale. Risale, probabilmente, agli inizi del XVI secolo
Stato di conservazione Buono
Secolo XIX

 

 

Chiesa di San Giovanni Battista
Edificata in epoca ottocentesca è stata ristrutturata seguendo uno stile moderno. In località Zinga. Edificata in epoca ottocentesca è stata ristrutturata seguendo uno stile moderno. Davanti al portale c'è un ballatoio in mattoni al quale si accede per mezzo di una scalinata. Ha pianta trapezoidale. L'interno, a una sola navata, custodisce le statue di San Giovanni Battista, di San Giuseppe e dell'Immacolata. Secondo una “Memoria” lasciata da un arciprete curato di Zinga, che amministrò quella chiesa dal 1908- 1913, “è fama che Federico 2° di Svevia scendendo in Calabria si impossessò anche di Casabona, formando della Frazione Zinga (allora Cinga) un bel unito castello” ed aggiunge che “Il protettore del borgo è San Giovanni Battista, a cui è dedicata la Parrocchia, il cui Sacro Tempio è stato aperto al pubblico nel 1343, come risultava al sommo della porta centrale, al tempo della mia dimora colà, in qualità di Arciprete Curato”. La presenza di una munita fortificazione a controllo della via, che dalla bassa valle del Neto si snodava sulla sinistra del Vitravo verso Umbria

 
 
 
 
 
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